Banca d'Italia
Abbiamo appreso, con stupore e preoccupazione, la decisione di Banca d'Italia di chiudere la filiale di Brescia.
Come già segnalato da alcune delle istituzioni pubbliche e private, a vario titolo chiamate a operare nella rappresentanza del tessuto economico-sociale bresciano, ci uniamo nell'esprimere una forte contrarietà rispetto a questa decisione.
Una decisione che non poggia secondo noi su presupposti logici che possano essere adeguatamente sostenuti per vari motivi:
- viene adottata nel contesto di una presunta razionalizzazione, che tuttavia si traduce nella riduzione delle filiali da 38 a 36!, chiudendo solo quelle di Brescia e Livorno;
- non tiene conto del peso economico della Lombardia, che vede ridursi le filiali da 3 a 2, a fronte del Veneto, nel quale vengono tuttora mantenute le 3 esistenti;
- non tiene conto del peso specifico dell’economia bresciana, i cui numeri (occupazione, imprese, prodotto interno lordo, ecc.) non possono che essere ben noti a Banca d’Italia;
- non tiene conto di un’esigenza di “copertura territoriale”, mantenendo in vita le filiali di Milano, giustamente, e di Bergamo, entrambe afferenti alla parte centro-occidentale della Lombardia. Da sempre invece Brescia rappresenta un riferimento per la zona est;
- parrebbe fondata su aspetti logistici legati alla gestione del denaro contante (spazi di conta, ecc.), funzione che progressivamente si è ridotta e sempre più lo sarà nel prossimo futuro.
La filiale di Banca d’Italia rappresenta e sempre più rappresenterà a nostro avviso un presidio dell’ente preposto a regolare il sistema creditizio nelle sue diversificate funzioni che ora svolge nel sistema economico. La dislocazione delle filiali non può prescindere quindi dal peso economico territoriale.
Per questo chiediamo con forza che Banca d’Italia soprassieda dall’attuazione della decisione, forse troppo frettolosamente assunta, avviando un confronto con le istituzioni e per il quale siamo pronti e disponibili.